Sfruttamento Lavorativo
Il progetto IN.C.I.P.I.T prevede una serie di azioni integrate volte all’emersione dello tratta e/o del grave sfruttamento lavorativo, alla sensibilizzazione sul fenomeno sia delle potenziali vittime che delle istituzioni e delle organizzazioni del terzo settore, alla messa in sicurezza delle vittime che denunciano situazioni di tratta e/o di grave sfruttamento lavorativo, all’osservazione e al monitoraggio rispetto alla presenza e all’evoluzione del fenomeno nei diversi territori interessati dal progetto.
Le azioni si realizzano nelle Piane di Sibari, di Sant’Eufemia e di Gioia Tauro, aree in cui l’economia di basa principalmente sul settore agricolo, dove è forte la presenza di manodopera straniera e dove esistono più o meno visibili a seconda del territorio – fenomeni di caporalato e di grave sfruttamento lavorativo. I tre territori, infatti, hanno delle caratteristiche specifiche, sia per quanto riguarda la tipologia di colture e della stagionalità, sia per le modalità attraverso le quali si espleta la tratta o lo sfruttamento lavorativo nonché per le nazionalità coinvolte.

Per tali motivazioni le azioni si sviluppano nelle tre piane in maniera differente secondo le caratteristiche e le specificità di ciascun territorio. Le attività generalmente prevedono la presenza di:
  • Unità di contatto mobile: è presente in tutte le piane e ha la funzione di osservare il territorio per comprendere l’evoluzione del fenomeno, mappare le aree ad alta concentrazione di lavoratori stranieri (luoghi di reclutamento, luoghi di aggregazione, insediamenti spontanei) anche al fine di entrare in contatto con le potenziali vittime e fornire delle informazioni di tipo legale, sanitario o sociale utili ai fini della costruzione della relazione di fiducia tra operatore e potenziale vittima, necessaria per l’emersione di una eventuale situazione di tratta o di grave sfruttamento lavorativo;
  • Unità di contatto fissa/sportello drop-in: nelle tre piane sono presenti diversi sportelli in cui gli operatori incontrano le potenziali vittime. Si trovano in luoghi strategici e in prossimità delle aree in cui dimorano/lavorano i braccianti. Nel dettaglio: nella Piana di Sibari si trova uno sportello a Schiavonea presso la sede dell’Associazione Giovanni Paolo II; nella Piana di Lamezia Terme si trovano uno sportello a Sant’Eufemia presso la struttura che ospita il dormitorio della Caritas Diocesana, un altro a Nicastro presso la sede del Centro legale dell’Associazione Comunità Progetto Sud, un altro ancora ad Amantea presso la struttura della Camera del lavoro della locale CGIL; nella Piana di Gioia Tauro si trova uno sportello presso la struttura Hospitality School a San Ferdinando, un secondo presso la Caritas di Drosi.

A seconda dei bisogni rilevati e con l’obiettivo ultimo di sensibilizzare le potenziali vittime sulla tratta e dello sfruttamento lavorativo e di far emergere il fenomeno laddove presente, si realizzano differenti interventi che prevedono:
  • Consulenze e supporto amministrativo/legale relative a diverse problematiche quali la permanenza regolare sul territorio italiano (rinnovo/rilascio/conversione del permesso di soggiorno, verifica dei requisiti per la richiesta di protezione internazionale e assistenza nella presentazione della stessa, verifica dei requisiti per l’attivazione del dispositivo di cui all’art.18 D.gs 286/98, ecc.) la facilitazione all’accesso ai servizi istituzionali e territoriali (ASP, Comune, Agenzia delle entrate, ecc.), nonché consulenze e supporto rispetto alle problematiche relative ai contratti di lavoro e allo svolgimento dell’attività lavorativa, azione quest’ultima svolta in collaborazione con le organizzazioni sindacali;
  • Supporto e accompagnamento sanitario;
  • Corsi di alfabetizzazione della lingua italiana;
  • Corsi di alfabetizzazione sindacale svolti in collaborazione con le organizzazioni sindacali;
  • Colloqui specifici volti all’emersione del fenomeno della tratta e/o del grave sfruttamento lavorativo e per la messa in protezione delle vittime in caso di rischi per la propria incolumità.

Per la realizzazione delle azioni relative all’emersione del grave sfruttamento lavorativo è attiva una rete di collaborazione che coinvolge un ampio numero di enti e organizzazioni (ASP, Comuni, Tribunali, Organizzazioni del Terzo Settore ecc.) sia formalmente, tramite la stipula di convenzioni e protocolli, sia informalmente. Significativi ai fini del contrasto e della sensibilizzazione e prevenzione del fenomeno sono stati i protocolli siglati tra il Progetto IN.C.I.P.I.T. e le organizzazioni sindacali della FLAI- CGIL e della FAI-CISL regionali e locali che prevedono una collaborazione finalizzata alla prevenzione e al contrasto del fenomeno attraverso interventi coordinati di sensibilizzazione, prevenzione sociale, monitoraggio dei fenomeni, informazione, emersione, condivisione di sistemi di segnalazione e integrazione sociale delle vittime stesse.
 

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